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By Francesco Cassata, Gail McDowell

Che genere di storie sono i quindici racconti fantascientifici che Primo Levi pubblicò nel 1966 sotto l'ironico titolo Storie naturali? E come mai li enterpriseò con lo pseudonimo Damiano Malabaila? Quali legami quelle pagine intrattenevano con i suoi libri d'esordio, legati alla distruzione degli ebrei d'Europa? E quando, cinque anni piú tardi, pubblicò una nuova raccolta di storie d'invenzione sotto il proprio nome e con il titolo Vizio di forma, si trattava di racconti dello stesso genere, o di un cantiere narrativo tutto diverso? Una zona ampia e poco frequentata - eppure essenziale - dell'opera di Levi si presenta costellata di punti di domanda; ed è un brillante storico della scienza a trasformarli uno consistent with uno in efficaci risposte, mostrandoci che cosa c'è dentro, dietro e oltre quei testi cosí stranianti, cosí insoliti consistent with l. a. letteratura europea, e cosí assertivi.

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what sort of stories are the fifteen science-fiction tales Primo Levi released in 1966 below the ironical name Natural Histories? And why did he signal them with the pseudonym Damiano Malabaila? What hyperlinks did they've got along with his debut books concerning the destruction of Europe's Jews? And while, 5 years later, he released lower than his personal identify a new selection of fiction tales entitled Flaw of Form, used to be it the same selection of tales or a wholly varied narrative build? A wide and reasonably unfrequented - but crucial - quarter of Levi's opus appears to be like studded with query marks. a super historian of technological know-how transforms them, one after one other, into incisive solutions, exhibiting us what lies within, at the back of, and past these tales, so estranging, so strange in eu literature, and so forceful.

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Fantascienza? = Science fiction?

Che genere di storie sono i quindici racconti fantascientifici che Primo Levi pubblicò nel 1966 sotto l'ironico titolo Storie naturali? E come mai li enterpriseò con lo pseudonimo Damiano Malabaila? Quali legami quelle pagine intrattenevano con i suoi libri d'esordio, legati alla distruzione degli ebrei d'Europa?

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21 P. Levi, La perversione razionale nei campi di sterminio, in «Resistenza. Notiziario Gielle», VI (aprile 1952), n. 4, p. 2; ripubblicato nello Speciale Primo Levi di «L’Indice dei Libri del Mese» citato supra, p. 23, nota 33 (p. 17). Sopravvissuto a Buchenwald e Neuengamme, Rousset aveva pubblicato in Francia, nel 1946, L’Univers concentrationnaire. Il testo di Levi è stato riproposto in appendice a A. Bravo, Raccontare per la storia / Narratives for History, Einaudi, Torino 2014 («Lezioni Primo Levi», 5), pp.

E mi [sic] spiego perché. Non sarebbe mistero per alcuno, critico o lettore, che il signor X sarebbe lei. Detto a mezza bocca, insinuato nei colloqui, o filtrato attraverso la catena degli amici la cosa finirebbe per avere una carica simpatica ed utile. Simpatica perché sottintenderebbe nell’autore un vezzo, un estro, una ritrosia, un gentile pudore che, lungi dal relegare una qualsiasi parte del suo ingegno ad una scala di valori minori o maggiori, semplicemente li diversificherebbe sul piano della offerta ai suoi amici lettori.

Due anni dopo, nel decennale della Liberazione, in un sofferto passo dedicato al silenzio dei testimoni e alla vergogna provata dai sopravvissuti, Levi ha affermato: «Siamo figli di quell’Europa dove è Auschwitz: siamo vissuti in quel secolo in cui la scienza è stata curvata, ed ha partorito il codice razziale e le camere a gas. »23. E ancora nel 1961, in occasione del processo Eichmann, Levi ha parlato della Shoah come di un «sogno demenziale», irrazionale, ma al tempo stesso fondato su un pregiudizio razzista di matrice biologica e su un’organizzazione di tipo industriale24.

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