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By Romano Penna

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Fantascienza? = Science fiction?

Che genere di storie sono i quindici racconti fantascientifici che Primo Levi pubblicò nel 1966 sotto l'ironico titolo Storie naturali? E come mai li companyò con lo pseudonimo Damiano Malabaila? Quali legami quelle pagine intrattenevano con i suoi libri d'esordio, legati alla distruzione degli ebrei d'Europa?

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Il Settecento era stato l’epoca della cosiddetta “questione omerica”, cioè dell’ampia discussione europea – alla quale avevano partecipato intellettuali come Giambattista Vico (1668-1744) e filologi classici come Friedrich August Wolf (1759-1824) – sull’unitarietà o meno dei poemi e sull’unicità del loro autore, ma anche della riscoperta dell’arte primitiva e, soprattutto, dei molti dibattiti su temi culturali connessi a Omero «relativamente alle origini e alle affinità delle lingue, alla barbarie o meno dei popoli primitivi, all’origine della religione, agli studi sulla storia della Terra», all’uso e alla funzione della mitologia (Andreoni).

E così nell’ode il Napoleone pubblico è un superuomo, un «uom fatale», che domina la scena solitario, un condottiero che risorge dopo le sconfitte. Il suo unico atto non di guerra è di «nominarsi», imporre il silenzio ed ergersi «arbitro» di due secoli. Niente è detto dei contenuti di quell’arbitrato, degli ideali da lui traditi o delle idee da lui diffuse, niente, insomma, di ciò che Napoleone ha significato nella storia d’Europa. È, ripeto, un procedimento da panegirista. O meglio, lo sarebbe, se Manzoni non dichiarasse esplicitamente di volersi astenere da simili discorsi: saranno i posteri a decidere se fu vera gloria.

Tu dalle stanche ceneri sperdi ogni ria parola81: 105 il Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola, sulla deserta coltrice82 accanto a lui posò. Il 5 maggio 1821 nell’isola sperduta di Sant’Elena muore Napoleone Bonaparte. La stampa milanese pubblica la notizia il 16 luglio. Un giorno o due dopo, Alessandro Manzoni (1785-1873), che si trova a Brusuglio, già concepisce e comincia a stendere l’ode funebre. Nel giro di pochi giorni lui, che pure è poeta di lunga e lenta gestazione, abituato a molte stesure e revisioni, conduce a termine il lavoro.

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