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Cento erano per il letto, gli altri per un pò di calore. Nient'altro». Anche quel "nient'altro" lo conosco — ma a nessuno era ancora mai venuto in mente di dirmi: «Non voglio niente da te che possa umiliarti, o farti vergognare». Ho dovuto pensarci su un momento. Comunque, gli ho lasciato il mio braccio, e siamo andati all'albergo come due sposi che tornano a casa dopo il cinema, stretti vicini e con passo uguale. Pagando la camera a Gaston (senza nascondere che aveva soldi in tasca, ma anche senza darsi arie per questo) gli ha detto: «E ci lasci in pace per un'oretta almeno», e io avrei voluto lanciare un'occhiata a Gaston per fargli capire che non avevo intenzione di perdere tutta la sera.

E chi ne è più capace a quarantacinque anni? Nell'anno 1964, seconda metà del ventesimo secolo, prego: chi è ancora capace di innamorarsi come un ginnasiale? Tutt'al più un direttore di grandi magazzini in età critica. Ma noialtri: abitatori di paesaggi lunari, con mondi sentimentali interamente sezionati dall'analisi: in noi, anche ammesso che qualcosa si risvegli, si tratta al massimo di allergie... E dunque, se uno di noi mette su un circo simile dovrà pur esserci dietro qualcosa di assolutamente squisito, no?

Wagner (all'inizio scandalo, ma poi si è imposto). Unico nativo del luogo quel tipo dal nome tanto simile all'aggeggio che le ragazze di qui usano per lavarsi la passera: Bizet (peraltro assai stimato da Nietzsche). Io, comunque, per parte mia posso cantarLe Parigi come Lei desidera: in una morbida melodia di valzer vagamente jugendstil: E se Pari non fosse qui, forse fare-hei ritorno a tee (frullo, saltello) all'onesto tuo amor ramtatà... Oppure spensierato a tempo di marcia, con accompagnamento di ottoni squillanti: Viva!