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By Michel Pastoureau

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Fantascienza? = Science fiction?

Che genere di storie sono i quindici racconti fantascientifici che Primo Levi pubblicò nel 1966 sotto l'ironico titolo Storie naturali? E come mai li enterpriseò con lo pseudonimo Damiano Malabaila? Quali legami quelle pagine intrattenevano con i suoi libri d'esordio, legati alla distruzione degli ebrei d'Europa?

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Negli uccelli, per esempio, nessun dettaglio formale o cromatico permette di distinguere la gru dallo struzzo: nessun artista cer­ ca di rappresentare nei dettagli le piume, il becco o le zampe per diffe­ renziare i due animali. Del resto, sarebbe perfettamente inutile dato che bastano due attributi a distinguerli: la gru stringe un sasso nella zampa e lo struzzo tiene un chiodo o un ferro di cavallo nel becco. I bestiari e le enciclopedie, che in materia si rifanno a Plinio e a Isidoro, riferisco­ no infatti che lo struzzo ha uno stomaco capace dì digerire tutto ciò che inghiotte, oggetti di ferro compresi, mentre la gru, che di notte mon­ ta la guardia per vigilare sul sonno delle compagne, tiene con la zampa un pesante sasso che, cadendo, la sveglierebbe nel caso si assopisse.

Solo la femmina fornisce la materia colorante; per ottenerne anche solo un po’ bisogna disporre di un gran numero di insetti. Si tratta quindi di un prodotto costoso, spesso sostituito con materie di origine vegetale o con minerali più economici. Inoltre, nel Medioevo non si sa che il ker­ mes è di origine animale e lo si ritiene piuttosto una bacca o un frut­ to, simile a quello dei cereali: per questo viene chiamato «seme» {gra­ na, granum). Allo stesso modo, sebbene l’antica ricetta per preparare il color porpora utilizzato in tintura e in pittura fosse andata più o meno perduta nell’alto Medioevo, dopo l’anno Mille, a Bisanzio e nell’Italia meridionale si era ancora in grado di ricavare da certi molluschi del MeA fianco : L ’ enciclopedia di B artolom eo A n g lic o ( 1 4 1 0 - 1 5 ca).

La riscrittura più significativa, che ebbe un successo considerevole, si de­ ve a Richart de Fornivai, monaco erudito e bibliofilo, la cui biblioteca personale costituisce il nucleo più antico della biblioteca della Sorbona; la sua vasca opera, in latino c in fiaiicesc, affronta le tematiche più sva­ riate. Ispirandosi ai modelli proposti dai suoi predecessori, Richart re­ dige, verso la metà del xm secolo, un nuovo tipo di bestiario, il Bestiaire d'Amours. Sì tratta davvero di un’opera originale, molto diversa dai testi precedenti.

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